Cosa fare a Santorini
Santorini è laggiù ed è tempo di atterrare! La magnifica perla bianca dell’Egeo offre innumerevoli e stimolanti attività da tenera in considerazione per la propria vacanza. Alcune di queste non sono molto note. Il nostro intento sarà allora raccontarvi di quelle che preferiamo! Preparatevi dunque, ci sarà da consumare un po’ le suole delle proprie scarpe attorno all’isola vulcano, così da immergerci nella sua identità culturale.
1. L’esperienza con il catamarano
Spesso abbiamo sentito una critica relativa alla costa di Santorini, considerata deludente da molti bagnanti, con esclusione di alcuni gioielli, come la baia di Ammoudi. Siamo certi che cambierete la vostra Idea provando una esperienza di navigazione con un catamarano.

E’ possibile scegliere fra due percorsi. Il primo prevede un tour che inizia al mattino e si completa nel pomeriggio, lasciando il porto di riferimento Il secondo, decisamente più suggestivo, offre il più commovente tramonto a cui potrete assistere.
Vi raccomandiamo di prenotare un tour attraverso l’agenzia Sunset Oia si trova per l’appunto ad Oia, vicino alla Chiesa dell’Assunzione della Vergine ed il negozio di occhiali da sole Kopajos. I loro catamarani riescono sempre a trovarsi nei migliori punti per assistere al tramonto. A bordo vi sarà offerto un pasto ed è possibile richiedere anche un piatto vegetariano.

Al contrario, il tour del mattino ferma al Vulcano di Nea Kameni, alla Spiaggia Rossa, alla Spiaggia bianca (dove di solito è servito il pranzo) per fare poi rotta ad Oia o Fyra, passando vicino l’isola di Thirasia e la costa di Santorini, con le sue bellissime costruzioni bianche che dominano il mare.
2. Visita al sito archeologico di Akrotiri

Pochi minuti non lontano dalla spiaggia rossa, Il sito di Arkotiri accoglie i visitatori. La “Pompei delle Cicladi” fu scoperta nel 1860, ma gli scavi iniziarono soltanto nel 1967. L’accesso costa 12€ per adulto, per una passeggiata sospesa su una passerella costruita sopra le rovine dell’antica città. Alcune delle anfore ritrovate durante lo scavo sono state sistemate nell’area del cenotafio.
Seguendo un percorso dedicato, è possibile raggiungere la piazza triangolare e osservare le costruzioni principali che resistettero alla distruttiva eruzione del vulcano Thera nel 1620 a.C.
For security and preservation reasons, the most precious artifacts and paintings have been moved to the Museum of the Ancient Thera in Fira, Santorini, and the National Archaeological Museum in Athens.
Non aspettatevi la stessa stupefacente sensazione che solo Pompei può offrire, ma prendetevi il tempo di vivere un viaggio nelle memorie passate di Santorini.
3. Il percorso escursionistico da Fyra ad Oia e viceversa.

Per tutti coloro che amano camminare fra rocce e percorsi irti, il sentiero di Santorini è sicuramente da provare Prendendo la principale strada che da Fira passa per Firostefani ed Imerovigli, si imbocca la principale via che connetteva la parte centrale di Santorini con il villaggio di Oia, il quale per secoli ha scontato un remoto isolamento. Oggi i turisti possono percorrere quella strada di 15 km lungo le alture di Santori, con una vista unica sulla caldera.
Nella parte finale di questa esperienza, è possibile anche passeggiare sul dorso di un asinello. Nonostante tutto, vi scoraggiamo dal farlo perché queste meravigliose creature non ricevono sufficiente cura da parte dei loro proprietari. Per saperne di più, si può leggere la campagna di Peta a questo link: https://headlines.peta.org/donkeys-abused-santorini/.
Prima di iniziare la discesa che porta ad Oia, c’è una vista maestosa della caldera. Vi raccomandiamo di osservarla per quanto possibile. La natura è stata così generosa con Santorini, al punto che non è possibile individuare un panorama simile nel mondo intero.
Non dimenticate di portarvi dell’acqua, perché ne avrete assolutamente bisogno!

4. Museo industriale del Pomodoro D. Nomikos

Il museo industriale del pomodoro è un esempio di come la storia più recente di Santorini ha plasmato i business locali, con l’abbandono di una economia agricola di scambio per abbracciare una vibrante industria turistica che ne sta decretando il successo.
I cherry tomatoes di Santorini sono ancora oggi però una delle più pregiate squisitezze elleniche. La loro produzione non è in alcun modo comparabile con quella del passato.
Il museo del pomodoro dunque muove i suoi passi dalla storia di Mr. Dimitrios Nomikos, che iniziò nel 1915 una produzione di pasta di pomodoro sull’isola, grazie all’utilizzo di una tecnologia pre-industriale. Nel 1922, quando i suoi prodotti furono inscatolati per la prima volta, possedeva uno degli impianti di inscatolamento più avanzati dell’intera regione balcanica. George Nomikos continuò la tradizione del padre, inaugurando nel 1945 lo stabilimento che oggi ospita il museo, nell’area di Vlykada che risultata essere la più prospera per la produzione dei pomodori (arrivando a superare i 3500 canestri al giorno nel periodo di raccolta più florido).
L’impianto non solo si limitava a lavorare la polpa di pomodoro, ma iniziò a integrare nei processi sia la produzione di lattine, sia le iconiche etichette che ancora oggi sono sugli scaffali dei negozi di alimentari. I pomodori Nomikos all’epoca, grazie alla prossimità con il mare, lasciavano immediatamente la fabbrica per inondare tutta la Grecia con la loro rossa viscera. Santorini era integrata nel sistema industriale di Nomikos, che aprì fino a 9 stabilimenti su tutta l’isola, coinvolgendo grandissima parte della popolazione locale.
Mentre però l’industria del turismo cresceva, si cominciò ad intravedere l’inesorabile declino dell’industria locale del pomodoro. Così, dopo l’ultimo raccolto del 1981, l’impianto chiuse i battenti.

Più di trent’anni dopo, nel 2014, l’area è stata dedicata al Museo che conosciamo oggigiorno. Il tour permette ai visitatori di scoprire il processo di trasformazione del pomodoro attraverso i macchinari di inizio ‘900, vecchi registri di fabbrica, le prime etichette e le video interviste dei dipendenti locali.
Il Museo è inoltre uno spazio polifunzionale per eventi culturali ed artistici (tramite la Santorini Arts Factory).
Ed è possibile anche partecipare agli assaggi della pasta di pomodoro Nomikos, azienda che ancora oggi lavora in Grecia!
5. L’isola di Thirasia
Immaginate di potere viaggiare indietro nel tempo, quando Santorini non aveva ancora vestito quella aura cosmpolita che ha oggi, quando il panorama era ancora una immacolata bellezza vulcanica, senza il glamour bianco che domina il paesaggio. A Thirasia, una delle isole di fronte a Santorini e che insieme compongono la caldera, non è necessario immaginare una esperienza che ancora oggi si può concretamente provare.

Una visita giornaliera è dunque un salto nel passato. Vi consigliamo di prendere la nave che da Oia per un solo euro, vi permetterà di effettuare la breve traversata. Un consiglio che vi doniamo è di dormire là una notte e di vivere il magico tramonto del sole delle Cicladi da una prospettiva unica.
Prenotare una stanza è obbligatorio, perché le strutture ricettive a Thirasia sono molto limitate. Le persone a Thirasia sono amichevoli, accolgono gli stranieri e trasmettono la loro forte identità locale.
Manolas è il nome dell’unico villaggio dell’isola, fatto di poche case che affacciano a strampiombo sulla caldera. Raggiungerlo vi costerà la salita di moltissimi scalini! O una veloce attesa di un bus che, gratuitamente vi collega con il piccolo centro abitato.
Non ci sono spiagge, ma vi consigliamo comunque una nuotata nelle acque cristalline del porto.
Una curiosità è che più di 3000 anni fa, Thirasia e Santorini erano uniti ed il nome di quell’isola era Thera. La violenta eruzione del 1620 a. C. circa le ha divise per sempre.
6. Degustazione del Vino
La principale coltivazione di Santorini è l’uva. Il fertile terreno vulcanico garantisce un tipo speciale di frutto che ha permesso lo sviluppo di una generosa varietà di tour di degustazione, soprattutto nell’area centro sud dell’isola, fra i villaggi di Pyrgos ed Emporio. La particolarità del suolo rende i tralicci d’uva immuni da parassiti; ciò ha permesso ad alcune piante di superare i cento anni di vita.
Nessuno crede al fatto che Santorini vanti una discreta varietà di uve. Quelle bianche sono l’Assyrtiko, Athiri e Aidani.
I vini che in Grecia sono stati riconosciuti dall’autorità nazionale sono il Santorini, il Nykteri ed il Vinsanto, la cui produzione è un elemento essenziale della storia di Santorini.
Permetteteci però di nominare anche il Mezzo, che è sì fuori dalle classificazioni ufficiali ma che continua ad essere prodotto localmente.
Data l’eccellente qualità di tutte le venire dell’isole, non ve ne consiglieremo nessuna in particolare; affidatevi del vostro istinto!
Per evitare che i tralicci potessero essere danneggiati, sono stati lasciati a terra, attorcigliati come dei cesti di vimini. Questo stratagemma protegge inoltre i preziosi acini dal caldo estivo.

L’industria del turismo è una decisa minaccia per le coltivazioni d’uva dell’isola. I 1200 ettari attuali sono in declino, per via della continua richiesta di nuove costruzioni in diversi punti di Santorini.
7. Museo dell’antica Thira
7. Museo dell’antica Thira Terminiamo il nostro viaggio a Fira, presso il museo dell’Antica Thira. L’area ospita gran parte dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi di Akrotiri, nonché le pitture parietali rinvenute in loco. Inoltre, copre anche fasi precedenti della vita dell’isola, con rari manufatti provenienti dall’età Neolotica, come vasellame, statuine in marmo del periodo proto-cicladico e artefatti di metallo.
La visita dura meno di un’ora, ma il tempo speso là vale la pena.
La scena delle scimmie blu e l’ibex dorato sono sicuramente i nostri preferiti.

Vi suggeriamo di telefonare +30 22860 23217 prima di raggiungere il Museo, perché questo potrebbe essere chiuso qualche volta.